F.A.Q.

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  • Da dove nasce lo pseudonimo " Silvia A. G. Mirth "?
La scelta e la nascita dello pseudonimo è stata letteralmente un parto. Forse più lunga e travagliata della scelta del titolo di Possessum. 
Ho da sempre problemi con il mio vero cognome ( Ganzarolli ), le persone non lo capiscono, lo scrivono sbagliato e non sanno mai quante "l" mettere. Così ho pensato al cognome di mia nonna materna, una delle persone più importanti della mia vita, ma accostato al mio nome era proprio inascoltabile. Allora ho deviato su quello di mia madre, ma con il mio nome suonava comunque un po' male. Dopo aver mischiato cognomi, nomi, codici fiscali e soprannomi, è finalmente arrivata l'illuminazione nella disperazione: ho provato a tradurre in inglese il cognome di mia madre, ed ecco come è nato il " Mirth ".
La "A", invece, è il nome con cui una larga parte degli amici mi conosce, soprattutto sul web: Andrea. Doveva essere il mio nome alla nascita, ma i miei genitori hanno avuto problemi con l'anagrafe che si rifiutava di registrarmi con il sopracitato in quanto a loro detta " nome maschile ". Insomma, ci sono affezionata, è il primo nome che i miei genitori avevano scelto di darmi.
Mentre la "G" è il mio vero cognome che non voglio comunque cancellare. Mio padre tiene molto che ci sia, la sua ( nostra ) è una famiglia particolare, ha trascorsi piuttosto infelici.
Mia zia dice sempre che tutti i Ganzarolli sono sfigati e non combinano mai nulla nelle vita, quindi sia per me, che per lui, quella "G" conta tantissimo: è la nostra disfatta! 


  • Sei mai stata a Parigi?
No, purtroppo non sono mai stata a Parigi, ma l'ho visitata attentamente su google maps! La street view è un oggetto magico che mi ha decisamente salvata, così come la mappa dei treni online. Ovviamente è uno dei viaggi da fare, è segnato nella lista e lo farò appena mi sarà possibile. 


  • Perché hai scelto Parigi come ambientazione per la trama?
Sarò sincera: non amo molto la Francia. Ci sono stata due volte, ed entrambe le volte mi sono trovata male. Ma Parigi ha un qualcosa di magico e tetro allo stesso tempo, basti pensare alle famosissime catacombe parigine! Aveva quel non so che di gotico che pochissime volte avevo visto sfruttato in un libro paranormale, e allora mi sono detta che era il posto perfetto dove ambientare Possessum. 


  • I personaggi sono ispirati a persone reali?
Praticamente nessuno, fatta eccezione di Ann-Marie, la sorellina di Régine. Lei è mia sorella, c'è poco da fare. Ho voluto io che fosse così, la sua personalità, i suoi modi di fare, la sua esuberanza eccessiva... tutto quanto era perfetto per accompagnare la figura di Régine, totalmente diversa da quella di sua sorella.
Mentre il gatto Hugo è il gatto di una mia amica, mentre Cleo ( la micina di Étienne ) è la mia gatta, Neev, solo più pacifica e meno combinaguai! 
Mi capita spesso di sentirmi dire che in alcune dinamiche famigliari, parenti e amici rivedono me stessa in Régine. In merito a questo posso solo dire che anche io cucino per tutta la famiglia, canto a squarciagola nel soggiorno con mia sorella, sono ossessionata dalle scarpe, e senza caffè la mattina non carburo nemmeno se mi pagano! 


  • Ti piacerebbe scrivere dal punto di vista di Étienne?
Sarebbe divertentissimo riscrivere l'intero libro dal suo punto di vista, è una cosa che mi piacerebbe fare moltissimo. Si noterebbero un sacco di dettagli che purtroppo si disperdono con la sola prima persona passata di Régine. Non si può mai dire, magari scriverò qualche piccolo estratto dal pov di Étienne! 


  • Perché hai scelto la prima persona passata?
Ho letto pochissimi libri scritti in questo modo, ma quando ho costruito la trama ero certa che fosse quella giusta da adottare.
Lascia una suspance e un'incertezza nel lettore che adoro. Era l'effetto che volevo ottenere: il lettore doveva scoprire ogni cosa a tempo debito, assieme a Régine e non prima.
In più adoro che ci sia un margine di verità limitato. Nessuno sa se Régine stia dicendo o meno la verità, lo sa Étienne, ma lui non ha un punto di vista nel romanzo, quindi è tutto molto soggettivo, dipende tutto da lei, dalla sua testa, dalle sue emozioni e reazioni. Che cosa pensi Étienne, che cosa provi e che cosa stia passando non si sa, ammesso che lui non lo dica, ovvio.
Passa tutto attraverso un grandissimo filtro, attraverso i sensi di Régine, e quindi potrebbe essere anche tutta una bugia.
Non credete mai a tutto quello che dice, è un consiglio!


  • Quando trovi il tempo per scrivere?
Di notte. Quando si fa una certa ora io lavoro meglio: non devo fare lavastoviglie, cucinare, studiare, badare ai miei animali e ascoltare mia mamma che mi parla, soprattutto. Prima scrivevo quando avevo tempo ( anche nel pomeriggio ), ma venivo continuamente interrotta e perdevo il filo del discorso, così ho ben pensato di vampirizzarmi e invertire notte e giorno per dedicarmi alla stesura dei mie romanzi in santa pace.
Nel silenzio, sul divano, con i miei animali addormentati accanto e con le sigarette, si fa tutto meglio. 


  •  Per te che faccia hanno Étienne e Régine?
Vi consiglio di guardare le schede personaggi nel post dedicato al romanzo!


  • Hai in programma altri romanzi?
" Troppi " penso sia la risposta più consona a questa domanda!
Ne ho uno quasi completato, la trilogia di Possessum in fase di scrittura, e altri due in fase di stesura.
Insomma, sono un pozzo di idee con pochissimo tempo per scrivere, quindi se conoscete un modo per allungare le giornate e farle durare 56 ore, svelatemelo perché ne ho un disperato bisogno! 


  • Nella trilogia di Possessum c'è il lieto fine?
Se ve lo dicessi non avrebbe senso. Leggetela e lo scoprirete!


  • Hai un personaggio preferito in Possessum?
Amo scrivere di Régine, lei è particolare e allo stesso tempo molto semplice. Solitamente non amo le protagoniste femminili, le trovo perlopiù contraddittore e poco umane, mentre in lei ho cercato di mettere la sensibilità comune, in modo tale che fosse semplice immedesimarsi e, soprattutto, che ogni sua reazione fosse umana. Non so se ci sono riuscita, ma volevo che Régine fosse una ragazza comune con una vita comune, così che potesse sembrare la lettrice, vostra cugina, la vostra compagna di banco o la vicina. Sebbene lei mi piaccia devo ammettere che Étienne è molto più complesso di lei, è una chimera, ha mille sfaccettature e facce che non sono ancora saltate fuori completamente, ma è anche il classico ragazzo ricco che sa di essere bello e ne approfitta. 
Quindi, sebbene i protagonisti mi piacciano entrambi ( so che stupirà tutti ) il mio personaggio preferito è il padre di Régine. Credo che in lui ci sia tutto l'amore del mondo, sia per i suoi figli che per sua moglie, ed è una cosa che adoro. 


  • Cosa ne sarà di Régine, adesso? [ alla fine del primo romanzo ]
Lo scoprirete nel seguito, ovviamente! 


  • Quanti anni avevi quando hai scritto Possessum?
Avevo vent'anni quando l'ho scritto, ventidue quando l'ho mandato alle case editrici e sempre ventidue quando la A.Car me lo ha pubblicato! Ora ne ho ventitré. Non ho impiegato due anni a scriverlo, bensì tre mesi, ma poi l'ho fatto stagionare come il formaggio per due anni in una cartella del pc. Non perché non volessi inviarlo, ma per il timore di un rifiuto, suppongo.


  • Ti sei ispirata a qualcosa per la scelta dei nomi di Étienne e Régine?
No, semplicemente Étienne è l'unico nome maschile francese che mi piace ( sono piuttosto complicata con i nomi! ), mentre Régine è " Regina ", ed è il nome di una protagonista di un vecchissimo videogioco per playstation 1 a cui giocavo sempre con mio padre da bambina. Quindi la piccola Silvia di sei anni ha urlato quando ha visto il nome Régine, e ha fatto un tuffo nel passato a quando lei e suo padre giocavano a " Dino Crisis " assieme.


  • Chi è il tuo scrittore preferito? Pensi che il tuo stile sia stato influenzato dai suoi lavori?
Il mio scrittore preferito è Irvin Welsh. Sembra strano perché lui non scrive fantasy/paranormale, ma io amo e venero lui e ogni suo libro. Indubbiamente il suo stile mi ha influenzata, senza dubbio, lui è molto semplice e diretto, nudo e crudo, se si può dire. Insomma, io amo essere brutale quando bisogna esserlo, e adoro anche gli argomenti delicati di cui i suoi libri trattano.
Quell'uomo è un genio del male, dovrei trasferirmi con lui in Irlanda, dove gli scrittori non pagano le tasse.


  • Come mai hai inserito tutta questa archeologia/etruscologia in Possessum?
Ho frequentato entrambi i corsi in università, e l'idea base di Possessum è nata proprio da una lezione particolarmente interessante di Etruscologia. Me ne stavo seduta lì con mio cugino, e mi si è letteralmente accesa una lampadina.
Dopodiché sono tornata a casa e sono corsa dalla mia editor a dirle " Ma secondo te, un romanzo del genere, avrebbe senso? ". Quando mi ha detto di sì, nel giro di due giorni avevo incominciato a scriverlo.

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